Winnica Golesz

Fra due anni il primo vino dei Laghi Mazury



I vini che vengono dal freddo avanzano

Mario Crosta
Mario Crosta
Forse, per la prima volta dopo secoli, anche nella fredda Polonia sta nascendo qualcosa di buono. Non sto scherzando e non mi riferisco soltanto al Chianti visto bere in una silenziosa campagna da un cavallante coi suoi fratelli o al ballon di rosso Borgogna visto degustare sul balcone dopo il tramonto da una morettina tutto pepe. Si tratta di qualcosa di piu' serio e di cui avevo gia' accennato entrando in questo mondo polacco del vino che per me e' piu' di una sorpresa come credo sia anche per tutti gli altri amanti del vino. Oltre a Winnica Golesz, il vigneto sperimentale di Roman Mysliwiec a Jaslo, oltre alle vigne per l'industria dell'alcool nei dintorni di Zielona Gora, un altro vigneto e' stato piantumato nella regione dei laghi Mazury nel nord-est del Paese del Baltico, per la prima volta dopo il XV secolo.
Le prime bottiglie del vino prodotto da questo vigneto vedranno la luce nel 2004, l'anno previsto per l'ingresso della Polonia nella CEE, ma sono certo che dopo qualche altro anno fioccheranno anche i primi premi per questo vino "da pionieri", visto che nei concorsi internazionali ormai fanno la parte del leone alcuni chardonnay giapponesi, maltesi ed inglesi, gia' imitati dagli Svedesi che impiantano vigneti perfino in Groenlandia.

Ma non e' tutto. C'e' un confine sempre piu' sottile tra l'eroismo e la pazzia, ma le grandi imprese non nascono tutte dalla spavalderia, sono frutto invece di grande lavoro d'analisi e sperimentazione. Infatti gli eroi del nuovo vigneto estremo sono un gruppo di amici che aveva gia' piantato barbatelle fra le alte colline del Giura Cracoviano e nei Sudeti, riuniti nella "Confederazione per la rinascita dei vigneti dimenticati", tutti ben noti a Cracovia negli ambienti dell'Accademia del Vino e del Collegium Vini (web pronto nelle prossime settimane, www.collegiumvini.pl ).

Il vigneto, piantumato l'anno scorso, si trova nella regione turistica dei laghi Mazury, a poca distanza dall'incantevole cittadina di Pasym, fra innumerevoli laghetti e colline molto dolci e soleggiatissime, un paesaggio che ricorda molto la valle del Reno. La temperatura media annuale pero' e' fredda, circa 7 gradi, piu' fredda di tutti gli altri posti dove si e' sperimentata la vitivinicoltura in Polonia, pero' e' stato cercato il posto con il microclima piu' favorevole ed alla fine si e' trovato.
Un terreno eccezionale sul fianco molto ripido di una collina alta qualche decina di metri e coperta di biancospini e rosa selvatica, cespugli che al freddo non sarebbero cresciuti, con pendenze del 30-40%, sopra un lago profondo una ventina di metri, esposizione meridionale con leggero orientamento ad occidente. Terra pietrosa da disfacimento granitico, ben drenata, come testimonia la vegetazione tipica dei terreni molto asciutti. Il soleggiamento, la mitezza del clima assicurata dal lago, la protezione dai venti freddi e la conformazione dell'altura che riesce ad evitare le gelate primaverili fanno pensare al posto ideale e si sono messe a dimora subito 600 barbatelle in 10 are, sistema Guyot classico 180 x 90.

Mazury
La regione dei laghi di Mazury
Con la consulenza di Roman Mysliwiec, si sono scelte le varieta' di uve piu' resistenti al freddo per la produzione di vini bianchi, in particolare Sibera, Bianca, Moscato d'Odessa e Jutrzenka, ma anche per vini rossi e cioe' Rondo, in totale saranno circa settecento, ottocento bottiglie per uso personale e per gli amici, ma intanto si sperimentano le tecnologie e si fa esperienza con questi vitigni ottenuti da incroci con le viti selvatiche, piu' resistenti al freddo.

Il pionieristico vigneto sui laghi di Mazury
Il pionieristico vigneto sui laghi di Mazury
Ci si aspetta dei tipi di vino gia' degustati dagli amici sommelier di Cracovia e di Varsavia grazie alle produzioni sperimentali di Winnica Golesz, come i seguenti:

Sibera.
E' un incrocio con la vite selvatica dell'Amur, selezionato in Germania. Produce un vino bianco di solida struttura, pieno e con un retrogusto niente male, considerando la bassa acidita', dal bouquet molto equilibrato, pulito, non troppo intenso, certamente piu' adatto ai delicati pesciolini di fiume che ai frutti di mare.

Jutrzenka.
In polacco significa Aurora, e da' un vino bianco fortemente aromatico, profumo di pesca, limone e menta, ma dal gusto leggero, corto e curioso, sara' interessante osservare altre reazioni all'assaggio.

Rondo.
Se ne ottiene un vino rosso come il pinot nero giovane, dall'aroma interessante con nota di goudron e tabacco come i vini del Rodano, di sapore come il bourgogne-passe-tout-grain, e rotondo come dice il suo nome, un bell'ingresso in bocca con nota di fruttato, poco tannico, un vino interessante.

A detta degli assaggiatori, tra cui Marek Bienczyk, Wojciech Gogolinski, Robert Soltyk, Wojciech Bonkowski, qualcosa ancora puo' apparire qua e la' come leggerissima impressione di non perfetta padronanza dell'uso delle sostanze chimiche, cosa che con l'esperienza certamente scomparira', ma intanto il vino vero, il vino vero d'uva polacco adesso c'e' e l'ambiente dei sommelier in Polonia e' in piena agitazione, oserei dire frenesia.

Vini cosi, in Polonia! In Galizia ormai sono prodotti regolarmente, tra due anni nei Mazury e forse anche altrove, basterebbe che ne permettessero la vendita (si tratta di minuscole quantita') anziche' penalizzarli con l'abituale atteggiamento del censore di regime sui versi dei poeti, e si recupererebbero almeno in parte le spese ed i sacrifici sostenuti da piccoli produttori privati. Se tutte quelle innumerevoli associazioni benemerite della capitale e presiedute in genere da gente che conta e che ama finalmente il vino, se anziche' soltanto parlarne prendessero in mano la biro a scrivere un breve testo, se poi questi eletti premessero il tasto giusto dello scanno parlamentare o alzassero la mano giusta per votare, magari chissa'....
Forse otterrebbero in concomitanza un riconoscente levar di calici, ma questa volta con i primi veri, gia' dignitosi, vini polacchi.

Mario Crosta
www.enotime.it

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