Winnica Golesz

Il progetto Podkarpackie Winnice in pieno sviluppo



Enotime invitato al corso di formazione dei vignaioli polacchi

Mario Crosta
Mario Crosta
In un articolo precedente vi avevo tradotto il programma proposto da Wojciech Bosak per impiantare dei nuovi vigneti nel sud-est della Polonia, nella regione Podkarpackie. Mi ha letteralmente scioccato il fatto che qui si possa passare dai sogni alla realta, dalle parole ai fatti, in men che non si dica. Infatti quel programma non ha aspettato nulla da nessuno, olio di gomito e via! E' nato subito il sito www.podkarpackiewinnice.pl, che ha raccolto immediate adesioni fra i contadini che avevano dei frutteti nella zona di Jaslo e nelle vicinanze. Fornivano ribes nero, lamponi ed altri frutti alla locale fabbrica di produzione di succhi, ormai glieli pagavano una miseria al quintale e molti di loro volevano convertire ad altre produzioni piu remunerative le proprie terre molto assolate (questa zona va verso l'Ucraina attraverso una serie di bellissime collinette moreniche). Il sindaco di Jaslo ha fatto il resto e cosi hanno messo in piedi in quattro e quattr'otto un corso di formazione alla vitivinicoltura finanziato con danaro pubblico e chiamato appunto Podkarpackie Winnice, al quale hanno partecipato sessantacinque futuri vignaioli, dodici dei quali gia in questo momento producono del vino anche se in scala molto ridotta (3 ettari complessivamente), quindi nemmeno bastante per il consumo famigliare. Era da un pezzo che volevo andare a Jaslo a trovare Roman Misliwiec, che ha invitato piu volte Enotime a godere dei nuovi servizi del suo agriturismo appena inaugurato sulla collina di Winnica Golesz, ma non credevo proprio che una semplice visita ai suoi vigneti si trasformasse in un'avventura incredibile per come si e sviluppata.

Tutto era pronto per partire quando mi telefona Wojciech Bosak in persona dall'Istituto della Vite e del Vino di Cracovia. "Mario, ho avuto un incidente stradale, ho la gamba fratturata e non posso andare a Jaslo. Roman mi ha detto che tu domani ci vai. Potresti farmi un piacere? Laggiu si terra un'assemblea dei futuri vignaioli ed io avrei dovuto introdurne i lavori, ma non posso. Mi sostituiresti tu? Parla di quello che vuoi, basta che parli di vino, di cosa il vino rappresenta per gli Italiani, di come si possono ottenere dei buoni risultati anche da poche centinaia di metri quadrati, e tutta gente con poca terra e molta buona volonta, fammi questo piacere". Volevate che dicessi di no? Ma io pensavo ad un gruppetto ristretto di persone, non mi aveva mica detto che l'assemblea saebbe stata in un'aula affollatissima del Municipio con tutta l'ufficialita del caso ed una settantina di partecipanti tra cui appunto i piu di sessanta vignaioli... in erba! Quando ho dovuto farmi un po' largo nella ressa per entrare in aula e mi hanno invitato alla presidenza a fianco di Roman Mysliwiec mi tremavano le gambe. Dovevo parlare senza troppi errori in lingua polacca a dei contadini che in un silenzio davvero irreale, attentissimi e svegli, misuravano letteralmente ogni parola... "del corrispondente dell'importantissimo magazine italiano Enotime appositamente venuto qui per raccontarci la realta italiana ed anche i prolemi che si possono incontrare quando si comincia a fare il vino in proprio".

Mario Crosta
Il corrispondente di Enotime a Jaslo
Beh, il silenzio e la concentrazione dei convenuti mi ha aiutato molto. Ho semplicemente detto quello che ho sempre pensato, che ho sempre scritto, perche amo il vino del mio Paese e chi lo produce con tanta fatica ed umilta, cioe una vera civilta che ha tanti secoli di storia ed i calzoni di fustagno, le mani callose, le rughe dappertutto, ma un sorriso senza uguali. Loro hanno capito perfettamente che era un cuore che parlava ai loro cuori, se sapeste quante domande alla fine! Questione di cuore anche perche la sera prima, quando sono arrivato all'agriturismo di Winnica Golesz, mentre Roman era impegnato con altri visitatori, sua moglie ha accolto Darek Sajdok e me con tanta genuinita che ci sembrava appunto di essere in campagna in Italia e non quasi in Ucraina. Aveva apparecchiato la tavola immediatamente con un sacco di formaggi, prosciutti e verdure (e soprattutto vino prodotto dal marito, quello di tutti i giorni), come si fa da noi, col cuore. Quindi mi sentivo veramente come a casa. Ma torniamo all'assemblea.

Intanto erano presenti anche le donne vignaiole, circa il 10% dei partecipanti, ed era la terza volta che si ritrovavano tutti insieme. Si trattava di far stampare in 700 copie una miniguida per realizzare il proprio vigneto e produrre in proprio il vino, scritta da Wojciech Bosak, e di organizzare il primo viaggio in Stiria, finanziato al 53% dai fondi pubblici, per interessamento del console austriaco di Cracovia. Dopo di quello ne hanno fatti immediatamente molti altri, per visitare la Camera Agricola ed il Ministero dell'Agricoltura e della Vitivinicoltura della Renania-Palatinato, i vigneti Oppenheim, Weinert, Ehn, Temmel e le cantine Moselland Kellerei Bernkastel, Winzergenossenschaft Vierjahreszeiten, Walter Polz, la scuola enologica di Silberberg ed il museo enologico di Kitzeck, e anche due cantine in Moravia (Jiri Docekala e Frantiska Madla). Andate a vedere sul loro sito, che e pieno di fotografie anche se e un po' lento a reagire al mouse, e per le foto almeno non c'e bisogno di traduzione dalla lingua polacca... Ma se e un po' lento il sito, sono molto piu veloci i partecipanti al programma, che durera fino al 2006 perlomeno nell'area "pilota", cioe la valle del fiume Wisloka, che viene coordinato da Roman Mysliwiec di Winnica Golesz.

I partecipanti al corso di Jaslo
I partecipanti al corso di Jaslo
Dopo quell'assemblea, un'altra quindicina di loro ha piantumato per la prima volta un proprio vigneto, approfittando dei fondi messi a disposizione dalla Comunita Europea. E' un rischio, intendiamoci bene, perche qui fa molto freddo in inverno ed il periodo vegetativo delle viti dev'essere necessariamente breve, si sa che ogni anno le piante possono morire qua e la lungo i filari a macchia di leopardo. Ma qui sono in sperimentazione da quasi vent'anni diverse varieta resistenti al gelo ottenute da incroci con la vite selvatica e inoltre per poter fornire un tipo di vino abbastanza stabile Roman suggerisce l'assemblaggio. Ecco, gia che siamo in tema, parliamo appunto dei vini assaggiati, che sono stati la vera sorpresa del mio viaggio con Darek.

Per chi avra la fortuna di venire da queste parti, speriamo anche l'eurodeputato italo-polacco Jas Gawronski che ho contattato personalmente e che mi ha assicurato il suo interessamento, avrei preferito non scrivere proprio niente in proposito, cosi si potranno godere la sorpresa tutta per intero. Come l'ho avuta io, pari pari. I grandi intenditori di vino polacchi mi avevano detto che questi vini in fondo in fondo non erano proprio male, ma punto e basta. Di piu non si sbilanciavano. In questo campo del vino, se osserviamo bene quanto accade in casa nostra, sono stati e sono ancora in troppi a scrivere stupidaggini ed a teorizzare in fretta. Loro almeno sono stati piu prudenti, forse troppo. Ma non credevo veramente, lo giuro, di assaggiare dei vini fatti cosi bene, curati, puliti, piacevoli, tutto il contrario di quello che uno si aspetta da un contadinotto che si mette a fare per la prima volta il vino. Tutti vini fatti secondo manuale, una cosa davvero stupefacente, commovente, che mostra in pieno come la passione possa fare miracoli anche presso i dilettanti.

Se aveste potuto vedere con me e attraverso i miei occhi quanto ordine nei vigneti, quanta igiene in cantina, quanto tutto sebbene piccolo fosse piu che perfetto, preciso, studiato, allora potreste avere come me fiducia che la vitivinicoltura qui in Polonia e rinata davvero dopo tanti secoli, ma stavolta con il piede giusto. Forse avranno da imparare tante cose, in primis come ridurre i costi di produzione, che a livello amatoriale sono davvero altissimi, ma se si comincia con vini di questo livello, che giudico davvero buono, fra qualche anno si finira con l'ottenere dei premi ai concorsi internazionali. Mi sono appunto venuti in mente il croato Miljenko Grgic ed il polacco Warren Winiarski, vignaioli dell'Est europeo emigrati in America, che nel 1976 a Parigi hanno battuto a sorpresa i migliori vini di Bordeaux in una famosa degustazione alla cieca... e mi sono reso conto di persona di aver partecipato ad un momento importante della rinascente vitivinicoltura polacca, mi sentivo immerso in un sogno che si sta realizzando per davvero, non ci sono parole per descrivere l'emozione che ho provato.

I primi tre vini bianchi li ho assaggiati a Winnica Golesz, uno era in una bottiglia da mezzo litro senza etichetta stappata al momento da Janina e Justyna, un uvaggio dell'annata precedente di tutte le uve della proprieta e nemmeno le migliori, almeno 14 vitigni diversi, un vino che in casa consumano regolarmente a pasto. Note di pera matura, erbe di campagna, gelsomino, buccia di pesca, ribes bianco, ortica, foglia di peperone, con un tocco di moscato e che fugge via veloce pulendo perfettamente la bocca, senza lasciare nulla dell'intenso profumo che sviluppa al primo attacco. Si accompagna a pesciolini fritti, pizza, carne di vitello, formaggi di capra, ma ama soprattutto i pomodori. Il secondo e stato un monovitigno Bianca del 1999, quindi in eta avanzata, molto fresco, con una limpidezza notevole e cristalli di tartaro attaccati al fondo della bottiglia, un sapore che ricorda quello del pollo arrosto freddo, con una nota minerale pronunciata. Viene imbottigliato dopo almeno un anno di maturazione. Il terzo vino bianco di Winnica Golesz era dolce, parlo della Jutrzenka in purezza del 2002, con aromi di mentuccia e ortica al primo attacco e poi di pesca, pesca, pesca e pesca... curioso perche e stato aggiunto del miele di tiglio per un 5% in volume.

Degustazione dei vini della regione Podkarpackie
Degustazione dei vini della regione Podkarpackie
Poi siamo passati ai rossi. Uno fatto con il 60% di uve Rondo e il 40% di altre uve a bacca rossa, molto burroso eppure selvatico, un vino che senza legno sicuramente soffre. Infatti siamo passati poi al Rondo 2002 in purezza che e maturato per 18 mesi in botticelle di capacita tra i 180 e i 200 litri fatte di rovere polacco stagionato al coperto per 20 anni. Stile molto Alto Adige, ricorda il lagrein Dunkel, ha un bel tocco affumicato e note vegetali ma non fruttate, piuttosto floreali, nonché un ricordo di olio di lampada. Questo rosso migliorera col tempo. Ma abbiamo assaggiato anche quello di Wiktor Szpak vinificato in purezza senza passaggio in legno, dall'altra parte del fiume, un terreno forse poco adatto, e sarei un tantino prudente con questo tipo di uva. Anche se i miei amici polacchi ci credono molto, io ci credo poco. E' troppo "asburgico" per i miei gusti, non e della tipologia dei miei rossi preferiti, anzi credo proprio che per i rossi questa terra non sia davvero molto vocata. Infatti sarebbe da portare sugli altari soltanto grazie ai suoi bianchi, molto veneti come stile, piu freschi e beverini.

Per esempio l'Aurora di Szpak, che e come un Pinot bianco del Veneto al 100%, con spiccati e vivaci aromi di agrumi, pulito, cristallino, davvero molto piacevole. Anche il Sibera ricorda il corbezzolo, la mentuccia ed e delicatamente erbaceo. Il Seyval blanc e piu minerale, la Bianca e come quella di Winnica Golesz anche se un po' meno aromatica (grazie tante, tre anni piu giovane...) ed il Moscato di Odessa, come gia detto, fa resuscitare i morti, e come un succo di pesca gialla molto buono, secco e non dolce, assolutamente unico. Wiktor stava per seguire i consigli di Roman per usarlo in assemblaggio, ma per fortuna che sua moglie non glielo ha permesso, non avrei potuto assaggiare altrimenti uno dei vini che secondo il mio modesto parere sara la vera bandiera qualitativa di questa zona di viticoltura che, ricordiamolo, e veramente estrema.

Mario Crosta
www.enotime.it

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